Non soltanto quest'ultimo stabilisce una corrispondenza termine a termine tra le lettere dell'alfabeto arabo ed i vari elementi e gradi della manifestazione universale dall'intelletto primo fino all'uomo individuale, ma espone anche questa dottrina al capitolo 198 di Futûhât che tratta «del soffio del tutto Misericordioso» (nafas ar-Rahmân) come quest'ultimo fa scendere in modo assiale le lettere trascendenti. Certamente, si tratta da un punto di vista in un certo qual modo «cosmogonico» ma si sa ora, grazie all'osservazione del Sig. Miftâh Abd al-Bâqi sui Fusûs al-Hikâm, che queste lettere si riferiscono anche, e soprattutto, alle varie modalità dell'uomo universale che corrispondeno agli insegnamenti dei profeti citati nel Libro dei Sigilli. Questa è «una conoscenza di tutte le cose nel principio stesso»; e questa conoscenza totale esprime il supremo grado realizzato dal «più dal grande dei maestri» che riunisce sinteticamente in lui tutte le saggezza rivelate dai profeti; in effetti, è "quello che eleva (fino alla loro realtà transcendante: haqîqa) i diversi gradi della manifestazione), il possessore del trono (universale)».
La stessa dottrina è prevista nel tantrismo in una prospettiva che si riferisce più direttamente «alla tecnica operativa» legata a questa realizzazione suprema della conoscenza e della potenza: si tratta di nyâsa la cui pratica si basa sulla corrispondenza lettere principiale con «le diverse parti dell'organismo umano» menzionate da René Guénon; I nyâsa hanno come fine un sacralizzazione della costituzione umana, dove il corpo di quello che li pratica si identifica ritualmente a quello della devatâ (dea). Sono formati dal contatto di alcune parti o «punti sensibili» del corpo accompagnati da una recitazione di suoni primordiali che possono essere sia lettere dell'alfabeto che formule monosillabiche (bîja) o mantra. Si stabiliscono così correlazioni tra «le membra del corpo» della dea e quelle dei praticanti per mezzo di una combinazione di elementi rituali con valore operativo, la cui natura è allo stesso tempo sonora, luminosa e tattile. È, in certo modo, la realizzazione iniziatica "del verbo fatto carne" la cui dottrina è insegnata nel cristianesimo. Del resto, tutto ciò è stato evocato in modo abbastanza diretto nel capitolo di Aperçus sur l'Initiation intitolato: Verbum Lux e Vita dove René Guénon utilizza l'espressione tipicamente tantrica, di "mantra-vidya" (la conoscenza sacra dei mantra) e dove cita anche «la doppia natura luminosa e sonora che la tradizione attribuisce a Kundalinî ».
(Charles-André Gilis, la petite fille de neuf ans, capitolo «Le Soufre Rouge».
si osserverà la somiglianza di questo passaggio con le precisazioni date da Ibn Arabî nell'estratto di Kitâb al-isrâ che abbiamo citato all'inizio del nostro studio
2 su quest'aspetto, Cf. il nostro studio intitolato Un'interpretazione cosmologica del Fusûs (Conoscenza delle religioni, n°60, p.125).
3 Cf. Mafâtih Fusûs al-Hikam. Lo studio citato nella nota precedente contiene un resoconto critico di questo lavoro.
4 secondo l'espressione utilizzata da Guénon in un passaggio che citeremo più avanti.
5
Rafî' ad-darajât, Dhû-l- `Arsh (Cor.40.15).
6 Il più conosciuto in occidente è il monosillabo Om.
Rafî' ad-darajât, Dhû-l- `Arsh (Cor.40.15).
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